Quando un’azienda valuta l’acquisto di un ATS (Applicant Tracking System) tende naturalmente a concentrarsi sui vantaggi che apporta al lavoro del recruiter.
Ma c’è un altro grande protagonista del processo di selezione che trae giovamento dal suo utilizzo: il candidato.
Grazie al supporto di un ATS, infatti, si possono architettare percorsi di candidatura più agevoli e interattivi che favoriscono la meritocrazia.
I candidati rimangono così più soddisfatti dell’esperienza e dell’interazione con i recruiter, a prescindere dall’esito del processo.
Ecco nel dettaglio i principali vantaggi che l’uso di un ATS comporta per i candidati.
Annunci di lavoro più facili da trovare
Grazie al sistema di multiposting dei software per il recruiting, gli annunci che scrivi vengono pubblicati istantaneamente su una fitta rete di metamotori di ricerca del lavoro, job board e social network.
Per i candidati è quindi più facile trovarli e candidarsi attraverso il loro canale di ricerca preferito.
Candidature veloci, anche da smartphone
Il tempo a disposizione per cercare lavoro e inviare candidature è sempre più frammentato. Non a caso – come testimoniato dai dati dei nostri career site – le candidature avvengono soprattutto nei primi giorni della settimana e attraverso il proprio smartphone.
I candidati sono quindi felici di imbattersi in form di candidatura sintetici e facili da compilare in pochi minuti, possibili grazie alla capacità degli ATS di estrarre le informazioni utili per i recruiter direttamente dal CV e dalla lettera motivazionale.
Controllo sui dati personali
Chi si candida attraverso un career site professionale riceve un account personale. Attraverso questo account può aggiornare i propri dati e il CV, creare dei job alert e richiedere la cancellazione del proprio profilo.
Proprio la garanzia del rispetto dei diritti del candidato è uno dei maggiori valori aggiunti apportati da ATS come Altamira Recruiting, che tramite un sistema di cancellazione automatico eliminano quei profili che hanno superato il periodo di data retention aziendale e non hanno voluto rinnovare il consenso al trattamento dei loro dati.
Il candidato ha quindi la certezza che le sue informazioni saranno trattate solo per il periodo di tempo indicato dall’informativa che ha accettato.
Presenza duratura nel database aziendale
Le aziende che scelgono un ATS hanno tutto l’interesse a coltivare un proprio database di candidati. Un candidato che non viene scelto per una posizione ha così la possibilità di essere considerato per nuove aperture, senza bisogno (ma è comunque sempre consigliabile) di inoltrare nuove candidature.
L’ATS, inoltra, aiuta le aziende a tracciare tutti i rapporti avuti con un candidato, intrecciando così con lui una relazione più profonda.
Maggiori attenzioni
Grazie al tempo risparmiato in tante altre attività, i recruiter che utilizzano un ATS hanno più tempo da dedicare alla lettura dei CV, ai colloqui e ai video colloqui.
Lo scopo di un ATS è proprio quello di liberare tempo per l’attività più importante per un selezionatore: conoscere i candidati!
Feedback più frequenti
Uno dei peggiori incubi di un candidato è non sapere se il proprio CV sia giunto a destinazione. Quando le candidature ricevute sono tantissime, infatti, è difficile che un’azienda risponda a tutte se non dispone di un sistema di mailing automatico.
Un buon ATS consente di inviare comunicazioni automatiche e/o manuali con facilità, spesso sfruttando dei template collegati ai vari step del processo di selezione.
I candidati ricevono quindi un feedback costante, elemento alla base di una buona candidate experience.
Non solo CV
Una delle funzionalità più recenti degli ATS – interna o integrata – è il sistema di video colloqui on demand. Questa feature consente ai recruiter di aggiungere uno step di selezione intermedio tra lo screening dei curricula e il colloquio di persona, raccogliendo brevi video interviste dai prospetti più interessanti.
In questo modo un numero maggiore di candidati ha l’opportunità di esprimersi andando oltre il proprio CV.
Meritocrazia al centro
I candidati tendono ad associare l’ATS al sistema automatico di screening dei CV, una delle sue tante funzionalità.
In rete circolano storie terrificanti sul suo utilizzo e su come penalizzi i candidati che presentano CV molto personalizzati, ma la realtà è generalmente opposta. Come chiarito di recente in una intervista con la consulente di carriera Emanuela Spernazzati, infatti, gli ATS non hanno problemi a leggere correttamente qualunque CV, purché non sia stato salvato come immagine (e a volte anche in quel caso).
Lo strumento di screening automatico, inoltre, viene utilizzato solo quando l’azienda ha ricevuto un numero elevato di candidature, in modo da procedere alla loro lettura partendo dalla più promettente e non in modo casuale.
Favorisce quindi la meritocrazia ed evita che i CV vengano letti semplicemente in ordine di arrivo, fermandosi al raggiungimento di un numero sufficiente di candidati idonei.
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