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Aprile 9, 2020

Pandemia & HR Tech: come cambiano le priorità in azienda

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A inizio anno abbiamo pubblicato un’analisi dei principali trend previsti per il 2020 nel settore Risorse Umane.

Quella lista di tendenze è stata stravolta dalla pandemia in atto, che sta spingendo aziende e dipartimenti HR a rivedere budget e priorità.

L’attenzione si è concentrata sugli strumenti digitali che supportano e agevolano il lavoro a distanza, mentre altri investimenti e tecnologie sono passati in secondo piano.

Ecco alcuni dei segnali più evidenti provenienti dal settore HR Tech.


È la fine dell’on-premise?

Da tanti anni assistiamo a una crescita delle soluzioni in cloud e a un costante declino di quelle on-premise.

I vantaggi delle prime sono ormai noti: non hanno bisogno di un forte coinvolgimento dell’IT né di manutenzione, sono più moderne e costantemente aggiornate, hanno standard di sicurezza e compliance più elevanti, sono più flessibili ecc.

A determinare il progressivo abbandono dell’on-premise sarà però un suo difetto oggi imperdonabile: al contrario delle soluzioni in cloud, non è adatto per supportare lo smart working.

Le aziende che utilizzano sistemi HR on-premise tenderanno quindi a sostituirli con soluzioni in cloud. Questo discorso vale soprattutto per i sistemi di rilevazione presenze, che non possono più fare a meno della timbratura virtuale.

A contribuire al passaggio dall’on-premise al cloud è anche il taglio del budget destinato all’acquisto di computer e server aziendali.


Aumenta l’interesse per le video interviste

Da un paio di anni, i software per le video interviste hanno assunto un ruolo importante nei processi di ricerca e selezione in Italia.

Finora le aziende hanno utilizzato queste soluzioni prevalentemente come strumento di pre-screening. Una volta ricevuto un buon numero di candidature e identificato le più promettenti, inviano a un gruppo ristretto di candidati una lista di domande a cui rispondere in video. In questo modo riescono ad approfondire la conoscenza di un numero maggiore di candidati prima di invitarli a un colloquio face to face.

In queste settimane in cui i colloqui di persona sono sospesi, è aumentato anche l’utilizzo delle video interviste live. Pur non potendo ricreare al 100% l’esperienza di un colloquio di persona, infatti, rappresentano lo strumento migliore per poter portare a termine un processo di selezione totalmente digitale.


L’Intelligenza Artificiale rallenta

La crisi economica sta riducendo i budget a disposizione delle aziende, che dovranno privilegiare gli investimenti più utili per la gestione del lavoro a distanza. In particolare, si prevede un forte rallentamento dei progetti per l’introduzione di soluzioni di Intelligenza Artificiale, costosi e non più prioritari per molte imprese.

Le prime stime in tal senso provengono dagli Stati Uniti, dove già a inizio marzo il 48% dei CIO (Chief Information Officer) prevedeva un taglio dei fondi per l’IA.


Il boom della formazione online

La più grossa rivoluzione in atto nel settore HR – lavoro da casa a parte – riguarda le modalità di organizzazione ed erogazione della formazione.

È un cambiamento evidente nella formazione scolastica, con milioni di studenti abituati alla lezione frontale in aula che si sono trovati improvvisamente catapultati in un mondo virtuale.

La scuola italiana non era pronta ad affrontare questa trasformazione, che sta scavando un solco ancora più profondo tra gli istituti più ricchi e moderni e quelli meno attrezzati, ma anche le aziende erano poco preparate.

L’implementazione di soluzioni per l’e-learning è quindi diventata una priorità per molte imprese e società di formazione, soprattutto per gestire i corsi obbligatori come quelli sulla sicurezza.


Si potrà ancora fare a meno della gestione documentale digitale?

Come la scuola, anche la pubblica amministrazione italiana era impreparata alla sfida del digitale. Sono bastate poche settimane perché le resistenze al cambiamento iniziassero a crollare e sempre più certificati e documenti venissero erogati online, senza bisogno di recarsi presso sportelli pubblici.

Anche le aziende che fanno ancora largo uso di materiale cartaceo – adesso rinchiuso in armadi dentro uffici vuoti – stanno avendo evidenza dell’importanza della dematerializzazione e cercheranno di dotarsi di soluzioni per la digitalizzazione dei documenti.


Lettori di impronte digitali: quando l’innovazione fa cilecca

I rilevatori presenze biometrici dotati di sensore per le impronte digitali erano già poco diffusi in Italia, principalmente per conflitti con la normativa sul trattamento dei dati personali (GDPR).

A decretare la loro possibile scomparsa sarà però un altro problema. Per timbrare, tutti i dipendenti devono appoggiare il polpastrello sullo stesso sensore. Un meccanismo che da poco igienico è diventato ora rischioso, essendo un potenziale veicolo di contagio.


Note spese e trasferte

Nei prossimi mesi e anni ci si aspetta un sensibile calo delle trasferte e dei viaggi di lavoro.

Anche una volta risolta la pandemia, infatti, è probabile che le soluzioni digitali adottate in loro sostituzione continuino a essere utilizzate laddove possibile, abbattendo non solo i costi per l’azienda ma anche l’impatto ambientale.

Di conseguenza, ci sarà meno interesse per le soluzioni di gestione delle note spese e delle trasferte.




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