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Maggio 20, 2023

Guida al welfare aziendale: incentivi, vantaggi e piattaforme

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Il welfare aziendale è sempre più diffuso in Italia ed è oggi uno dei principali supporti nella lotta all’inflazione, che tanto ha eroso il potere d’acquisto dei lavoratori italiani.

Non solo: è lo strumento ideale per tutte le aziende che vogliono tutelare il benessere dei propri dipendenti anche dal punto di vista fisico e mentale.

Eppure sono ancora molte le aziende che non hanno piena consapevolezza di cosa sia il welfare aziendale e di come possa aiutare impresa e dipendenti.

Questa breve guida, aggiornata al 2025, dà un quadro complessivo di questo fenomeno.


Utilizza l’indice per approfondire la sezione che più ti interessa:



Che cos’è il welfare aziendale?

Per welfare aziendale si intendono tutte le iniziative che un datore di lavoro può intraprendere per migliorare il benessere del lavoratore e della sua famiglia.

Corrisponde, più in pratica, a un sistema di servizi a sostegno del collaboratore, con vantaggi fiscali sia per l’azienda che per il dipendente.

Questa prassi, diffusa in buona parte dell’Europa, in Italia è un fenomeno sempre più consolidato.

La crescita degli ultimi anni è dovuta principalmente a una serie di interventi legislativi (ne parleremo più avanti) che incentivano il privato a subentrare al welfare pubblico, molto in difficoltà soprattutto da un punto di vista previdenziale.

Si è così innescato un circolo virtuoso: sempre più aziende sperimentano iniziative di welfare aziendale e, soddisfatte dei risultati, incrementano l’investimento in questo campo, aumentando di conseguenza il benessere dei loro dipendenti e alimentando un settore di offerta in rapida espansione.

Fondamentale per la costruzione di piani di welfare aziendale efficienti è la presenza di tante piattaforme digitali che erogano i propri servizi in Cloud, permettendo alle aziende di offrire un nutrito paniere di flexible benefit (una forma di retribuzione in beni e servizi in natura che non concorre a formare reddito da lavoro dipendente) ai propri collaboratori e a questi di scegliere i più utili per le proprie esigenze, spendendo in autonomia il proprio budget.



Cosa è cambiato nel panorama legislativo

Le leggi di stabilità del 2016, 2017 e 2018 hanno dato un forte impulso alla pratica del welfare aziendale in Italia. Ecco alcune delle novità più importanti:

  • L’erogazione dei servizi di welfare aziendale non è più vincolata a una iniziativa unilaterale del datore di lavoro ma a contratti e regolamenti aziendali.
  • È possibile, previo accordo con le rappresentanze sindacali, convertire in servizi di welfare il premio di risultato.
  • È stata ripristinata la tassazione agevolata al 10% sui premi di produttività (abbassata al 5% per gli anni 2023, 2024, 2025) e alzato il limite fino a 3000 euro nella maggioranza dei casi.
  • È stato aumentato anche il tetto massimo di reddito di lavoro dipendente previsto per poter accedere alla tassazione agevolata, prima a 50.000 euro annui poi a 80.000 euro, includendo così anche quadri e dirigenti.
  • L’esenzione IRPEF è stata estesa a una gamma più ampia di trattamenti di welfare aziendale, fruiti in alternativa ai premi economici aziendali.
  • È possibile finanziare anche le spese per il trasporto pubblico di dipendenti e familiari a carico (2018).
  • Anche i rinnovi dei contratti CCNL del settore Pubblico, per esempio Sanità e Funzioni centrali, hanno dato ampio spazio ai temi del welfare.

La legge di stabilità 2019 non ha proseguito l’opera di espansione e consolidamento del welfare aziendale, limitandosi a indicare che potranno beneficiare del Fondo per le politiche della famiglia anche le iniziative di conciliazione vita-lavoro e di welfare familiare aziendale.

L’articolo 112 del decreto legge 104 dell’agosto 2020 prevede la possibilità di destinare a ogni dipendente fino a 516,14 euro in fringe benefits, attraverso beni e servi erogati mediante piattaforme welfare o ticket. Questa agevolazione, che di fatto raddoppia la precedente soglia, è limitata al periodo d’imposta 2020.

Lo stesso provvedimento è stato emanato nel 2021 (il 20 maggio). Sempre nel 2021 l’Agenzia delle Entrate ha confermato la possibilità per l’azienda di usufruire dei benefici fiscali previsti dall’articolo 51 comma 2, lettera f-bis del TUIR per il rimborso erogato al dipendente per l’acquisto di dispositivi per la didattica a distanza dei figli.

Nel 2022, con il Decreto Legge n. 115 il valore dei fringe benefit non imponibile è stato aumentato per l’anno in corso a 600 euro per i lavoratori dipendenti. Non solo, è stato anche allargato il campo di applicazione, permettendo di usufruire di queste somme anche per il rimborso delle spese per le utenze domestiche. Nel 2023 il limite di 258,23 euro è stato innalzato fino a 3.000 euro soltanto per i genitori con figli a carico. Ancora una volta, la modifica ha riguardato solamente l’anno in corso.

Per il 2024 la soglia di esenzione fiscale è stata aumentata a 1.000 euro per i lavoratori senza figli a carico. Per i lavoratori con figli a carico è stato invece stabilito un tetto di 2.000 euro per ciascun periodo d’imposta.

Queste soglie sono state confermate nel 2025. In quest’anno è stata anche decisa la proroga delle agevolazioni fiscali per premi di risultato e fringe benefit fino al 2027. Viene quindi confermata l’aliquota agevolata al 5% dell’imposta sostitutiva sui premi fino a 3.000 euro (che arriva fino a 4.000 euro negli schemi con coinvolgimento diretto dei lavoratori).



Una crescita testimoniata dai numeri

Il quadro legislativo ha impresso una forte spinta alla diffusione del welfare aziendale.

Da un lato, ha dato alle grandi aziende la possibilità di arricchire le loro offerte di welfare, sia come importo economico che come varietà di scelta, dall’altro ha incentivato le PMI a introdurre il welfare aziendale e/o una componente di retribuzione variabile come i premi di risultato.

Allo stesso tempo, ha dato vita a un vero e proprio mercato di offerta. Se i primi anni esisteva solo qualche decina di aziende che offrivano servizi di welfare aziendale, oggi si tratta di un comparto molto sviluppato.

La crescita del settore è testimoniata da diverse ricerche condotte negli ultimi anni.

Secondo l’Osservatorio Welfare di Edenred 2024, un rapporto annuale che analizza l’andamento del welfare aziendale in Italia, lo stato di salute di questo strumento è buono. Nel 2023 la disponibilità di spesa del credito welfare pro capite si è attestata a 800 euro, un dato inferiore agli 850 euro del 2022, ma superiore ai 750 euro del 2021. La flessione rispetto al picco dell’anno precedente non ha quindi interrotto la dinamica positiva osservata nell’ultimo triennio. Se si considera anche il residuo non speso e riportato sull’anno successivo, la disponibilità complessiva media sale a 910 euro nel 2023, contro i 940 del 2022 e gli 850 del 2021.

Per quanto riguarda i consumi, a crescere molto negli ultimi anni, grazie a un tetto di spesa sempre maggiore, sono stati i fringe benefits, passati dal 16,2% del 2017 al 31,8% del 2023, in assoluto la percentuale di spesa più alta.

Il Welfare Index PMI, giunto alla edizione 2024, ha evidenziato come dal 2016 al 2024 le PMI molto attive nel welfare aziendale siano passate dal 10,3% al 33,3%. Nello stesso periodo, le PMI con un livello di attività e interesse almeno medio nel welfare aziendale sono passate dal 40,8% al 74,5%, mentre quelle con un interesse minimo sono scese fino al 25,5% dal 48,9% iniziale. Il terzo settore, costituito da organizzazioni non profit e orientate al sociale, presenta la quota maggiore di aziende con un livello elevato di welfare aziendale (51,3%), seguito dal settore dei servizi e degli studi professionali (45,5%).



Come si implementa un piano di welfare aziendale

Perché serva davvero a migliorare il benessere dei lavoratori, un piano di welfare aziendale deve essere tarato sulle loro esigenze.

Per questo il suo lancio deve essere preceduto da una prima fase di analisi, volta a determinare la composizione demografica del personale e i benefit attualmente erogati dall’azienda. Una buona idea è poi quella di effettuare un sondaggio tra i dipendenti, in modo da individuare i benefit più importanti per loro e renderli partecipi nel processo decisionale, e di coinvolgere i sindacati.

Una volta chiarite le esigenze, va identificato il partner attraverso il quale erogare i servizi di welfare. Esistono oggi decine di piattaforme cloud che offrono grande flessibilità e autonomia ai dipendenti, nonché compliance con le normative fiscali.

Come vedremo, molte di queste piattaforme offrono un servizio di full outsourcing. Si occupano, cioè, anche della fase di analisi delle esigenze e delle relazioni con sindacati e lavoratori.


I vantaggi del welfare aziendale per aziende e lavoratori

Il successo del welfare aziendale è in larga parte legato ai benefici fiscali che porta ad aziende e dipendenti, regolati principalmente dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) nei suoi articoli 51 e 100. Da un lato, infatti, le aziende conseguono un risparmio contributivo, dall’altro i lavoratori vedono eliminate tutte le imposte a loro carico.

100 euro investiti in welfare aziendale, quindi, corrispondono a una spesa di 100 euro netti per l’azienda e a 100 euro spendibili per il dipendente.

Ma i vantaggi non sono legati solamente all’aspetto economico. Ecco un elenco dettagliato di benefici per tutte le parti in causa.

Per i dipendenti:

  • Aumento del potere d’acquisto.
  • Maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata.
  • Miglioramento del clima aziendale.
  • Benessere per tutta la famiglia.

Per le aziende:

  • Risparmi sul costo del personale.
  • Diminuzione del tasso di turnover e di assenteismo.
  • Aumento della produttività.
  • Maggiore appeal sui candidati.

Per il sistema Paese:

  • Creazione di un mercato di erogatori di servizi di welfare.
  • Emersione del lavoro nero.

I piani di welfare sono ormai un elemento importante per la competitività di un’azienda sul mercato dei talenti.


Gli ostacoli alla crescita del welfare aziendale

Il welfare aziendale è considerato oggi una soluzione win/win per aziende e lavoratori.

Eppure ci sono alcuni aspetti e segnali che possono destare preoccupazione.

Per cominciare, la scarsa chiarezza di alcune norme, che si prestano a interpretazioni differenti. La paura principale, espressa dagli stessi professionisti del settore, è che vada perduta la finalità sociale del welfare aziendale, finendo per includere servizi che poco hanno a che fare con questo scopo.

Qualora succedesse, sarebbe difficile continuare a giustificare la detassazione a essi applicata.

Allo stadio attuale, inoltre, questo strumento sembra essere apprezzato maggiormente da chi ha uno stipendio alto e/o figli a carico. Chi ha uno stipendio più basso e fatica ad arrivare a fine mese, insomma, preferirebbe trovare qualche euro in più in busta paga. Questo potrebbe essere legato da un lato a un vuoto informativo sull’argomento, dall’altro all’abitudine delle aziende di porre l’accento su benefit “cool” piuttosto che su quelli maggiormente utili a far quadrare il bilancio familiare.


Quali sono i benefit più utilizzati?

Le ricerche condotte anno dopo anno sulle voci di spesa più popolari nei piani di welfare aziendale restituiscono risultati in continua evoluzione, anche se certi strumenti, per esempio i buoni pasto, restano sempre molto apprezzati.

Secondo il già citato rapporto 2024 dell’Osservatorio Welfare di Edenred, la classifica dei benefit più erogati dalle aziende ai propri dipendenti è la seguente:

  • Buoni pasto (41%)
  • Servizi per la salute (31%)
  • Convenzioni e scontistiche (25%)
  • Flessibilità organizzativa (24%)
  • Sistemi di incentivazione e attività di formazione (22%)
  • Buoni acquisto (18%)

Riportiamo anche i risultati di un altro studio, il Benefits and Trends Report – Italia 2024 condotto da AON.

L’indagine evidenzia i servizi più richiesti da lavoratori e lavoratrici tramite le piattaforme di welfare. In cima alla lista compaiono i voucher e i fringe benefit (45%), seguiti dai rimborsi per le spese scolastiche (35%), dalle spese mediche (29%) e dai viaggi (20%). A seguire, con percentuali più contenute, la previdenza complementare (14%) e i rimborsi per le spese di trasporto (13%).


I CCNL con contributo Welfare

In alcuni Contratti Collettivi Nazionali dei Lavoratori (CCNL) sono inserite misure di welfare aziendale.

Ecco una lista (fonte):

  • CCNL Metalmeccanici (Federmeccanica, Assistal con Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil): 200€;
  • CCNL Metalmeccanici (Unionmeccanica/Confapi): 200€;
  • CCNL Orafi, Argentieri e Gioiellieri: 200€;
  • CCNL Pubblici Esercizi: 140€ dal 2018 al 2021;
  • CCNL Confapi Comunicazione e Servizi Innovativi: 300€;
  • CCNL Centri di Elaborazione Dati (CED), di imprese ICT e di professionisti digitali: 180€ annui per il 2025, 2026 e 2027;
  • CCNL Servizi Assistenziali: 250€;
  • CCNL Terziario Avanzato: dal 2023 vengono erogati come welfare contrattuale 2.600€ l’anno per i dirigenti, 1.300€ per i quadri e 660€ per gli impiegati e gli operatori di vendita.


Le piattaforme online

La crescita d’interesse per il welfare aziendale ha portato alla nascita e crescita di decine di piattaforme che erogano i loro servizi in cloud.

Ecco, in ordine alfabetico, alcune delle più interessanti:


Day Welfare

Day ha messo insieme una formidabile rete di partner e marchi per garantire una gamma di offerta altissima ai dipendenti aziendali.

La sua piattaforma, molto semplice da navigare e utilizzare anche da dispositivi mobile, ha un’area dedicata per gli HR Manager. Qui i responsabili del piano welfare possono creare campagne, richiedere nuove convenzioni, ricevere supporto e inviare comunicazioni.

I dipendenti, dal canto loro, possono personalizzare facilmente il proprio pacchetto di flexible benefit.

Interessanti anche i programmi Social Manager, una figura che assiste i dipendenti nelle loro scelte, e Maggiordomo Aziendale, un aiuto per bilanciare vita professionale e privata.


DoubleYou

DoubleYou è una società del gruppo Zucchetti che opera nel settore del welfare aziendale e una delle realtà più importanti in Italia per numero di clienti e dipendenti che utilizzano i suoi servizi.

Uno dei punti di forza della piattaforma web che propone è l’integrazione con la suite Zucchetti e in particolare con il sistema di gestione delle paghe.

Chi sceglie DoubleYou può contare su un servizio di consulenza e avviamento completo, un’ampia gamma di attività convenzionate, una dashboard di monitoraggio intuitiva e un’offerta modulata sulle esigenze aziendali.


Edenred

Edenred Welfare è il leader mondiale nelle soluzioni di welfare aziendale. I numeri italiani lo confermano, con più di 52.000 strutture convenzionate per buoni acquisto e voucher.

L’offerta di Edenred mette insieme un team di consulenti qualificati in grado di costruire il piano di welfare aziendale migliore per ogni impresa, curandone tutti gli aspetti.

Le aziende clienti vengono infatti seguite sia nella costruzione del paniere d’offerta, che nella comunicazione e promozione del progetto in azienda. Pieno supporto viene fornito anche dal punto di vista informatico e procedurale.

La piattaforma Edenred per il welfare è perfettamente integrata con Altamira HRM. I dipendenti che utilizzano il nostro software di gestione del personale possono quindi accedervi con un click e ritrovare sul proprio profilo una serie di informazioni preziose come il numero di buoni pasto disponibili.


Eudaimon

Eudaimon offre una proposta completa e integrata per il welfare aziendale, declinata su misura sulle esigenze delle imprese. Vanta oltre 15.000 fornitori convenzionati e 600.000 utenti soddisfatti.

I suoi servizi sono erogati sulla piattaforma Welfare Experience, accessibile da persone con diverse disabilità. La sua offerta si adatta alle esigenze e ai budget delle grandi aziende così come delle PMI.

Da segnalare la partnership con il CENSIS, attraverso la quale studia lo stato del welfare aziendale in Italia e i suoi possibili sviluppi, le criticità e le potenzialità.


Jointly

Nata nel 2014, Jointly si definisce oggi un operatore e un partner per il corporate wellbeing, affrontando questa sfida con un approccio integrato, personalizzato, innovativo e condiviso.

L’offerta di Jointly ruota attorno a 3 cardini: la piattaforma di wellbeing JOY, iniziative per la diversity & inclusion e soluzioni di Corporate Wellbeing Advisory & Engagement.

Jointly aiuta le aziende anche a strutturare una strategia di corporate wellbeing, misurare il loro impatto ESG, sviluppare politiche di D&I e implementare campagne di comunicazione per stimolare engagement e talent attraction.


Pluxee

Pluxee, prima conosciuta come Sodexo Benefits & Rewards Services, è un nuovo brand di servizi di welfare la cui doppia e sta per employee engagement.

Offre una gamma completa di soluzioni innovative e digitali, distribuendole in ben 31 Paesi. Al 2024 può contare su 500.000 clienti in tutto il mondo e i suoi servizi facilitano il lavoro di 1,7 milioni di esercenti ogni giorno.

L’ambizione di Pluxee è testimoniata dai suoi investimenti tecnologici, che ammonteranno al 10% del fatturato fino al 2025.


UpLife

La piattaforma di Jakala (il primo player in Italia e leader in Europa nei progetti di people engagement) permette alle aziende di convertire i premi di produzione in servizi che migliorano la qualità della vita di tutti i dipendenti.

Dalla formazione allo svago, dai buoni carburante al rimborso di spese mediche, il lavoratore può facilmente scomporre il proprio premio in una miriade di servizi e beni utili, aumentando il proprio potere d’acquisto.

UpLife è anche un potente strumento di engagement dei dipendenti e fornisce una sezione dedicata al benessere integrabile con la tecnologia indossabile.


Welfare4you

Welfare4you eroga i suoi servizi tramite una piattaforma web proprietaria, personalizzabile e concessa in uso gratuito. Da segnalare l’estrazione di dati nei formati adatti al caricamento automatico dei software paghe.

Offre un servizio di welfare aziendale in full outsourcing: il suo staff si occupa anche delle comunicazioni con le rappresentanze sindacali e con i lavoratori, nonché della formazione di questi ultimi.

L’impegno per le imprese è minimo: è Welfare4you, per esempio, a occuparsi della stesura del regolamento, tenendo in considerazione caratteristiche e obiettivi di ogni azienda, e, dopo l’approvazione, a comunicare all’azienda gli importi da rimborsare in busta paga.


Welfarebit

Welfare bit mette insieme una importante rete di specialisti del settore (commercialisti, fiscalisti, consulenti del lavoro) e una piattaforma proprietaria potenziata dalla blockchain.

La piattaforma è on demand è il servizio offerto è in full outsourcing. Ciò vuol dire che l’azienda cliente può continuare a focalizzarsi sulla sua attività, lasciando che sia il team di Welfarebit a occuparsi di ogni aspetto del welfare aziendali, compresa la rendicontazione. Il servizio è particolarmente concentrato sul rimborso spese: per esempio gli interessi sui prestiti e mutui, il costo d’iscrizione ad asili nido, scuole e università e persino quanto speso per attività sportive di vario genere.

I dipendenti delle aziende clienti hanno quindi la possibilità di richiedere un preventivo personalizzato sulle lore esigenze.


Welfare Pellegrini

Nata nel 1985 come divisione Buoni Pasto della Pellegrini S.p.A., Welfare Pellegrini offre oggi una ampia gamma di flexible benefit, voucher e buoni regalo attraverso la sua piattaforma digitale.

Il suo punto di forza sta probabilmente nella creazione di un forte network di partner che offrono promozioni e vantaggi esclusivi ai suoi clienti. Inoltre, è possibile attivare convenzioni on demand su segnalazione delle aziende e dei singoli dipendenti.

Welfare Pellegrini pone l’accento sulla sostenibilità di tutta la filiera del welfare aziendale, intrecciando rapporti trasparenti con tutti gli stakeholder, stabilendo commissioni equilibrate per i partner e promuovendo iniziative a favore di una maggiore sostenibilità ambientale.


Well-Work

Well-Work supporta le aziende tramite un team multidisciplinare, che unisce esperti sulle normative del lavoro, professionisti del settore HR e programmatori.

Uno dei suoi punti di forza è proprio l’alto livello tecnologico della piattaforma Web, che propone ai dipendenti i servizi più in linea con le loro esigenze.

Con Well-Work è molto facile convenzionare il proprio esercente di fiducia, ed è quindi possibile contare su una rete di fornitori in continua crescita.


FAQ: domande frequenti sul welfare aziendale

Che cos’è il welfare aziendale?

Il welfare aziendale è l’insieme di iniziative, benefit e servizi che le imprese mettono a disposizione dei dipendenti e delle loro famiglie per migliorarne il benessere economico e sociale. Include strumenti come buoni acquisto, assistenza sanitaria integrativa, previdenza complementare e rimborsi per spese di istruzione e trasporto.


Quali sono i vantaggi del welfare aziendale per i lavoratori?

Grazie ai benefici fiscali previsti, i dipendenti ottengono un maggiore potere d’acquisto e servizi utili che incidono sulla qualità della vita: da buoni acquisto per la spesa e lo shopping a corsi di formazione, da coperture sanitarie a soluzioni per la mobilità.


Quali benefici ha il welfare aziendale per le aziende?

Per le imprese il welfare è uno strumento strategico per la retention e l’attrazione dei talenti, anche grazie agli incentivi fiscali che abbattono i costi rispetto ad aumenti retributivi equivalenti. Il welfare aziendale concorre a ridurre turnover e assenteismo, migliora il clima interno e rafforza l’employer branding.


Quali sono i benefit più apprezzati dai lavoratori italiani?

Le ricerche in merito non danno sempre le stesse risposte, ma una possibile classifica vede al primo posto i fringe benefit e i buoni acquisto, seguiti da sanità integrativa, rimborsi scolastici, spese mediche, previdenza complementare e servizi legati al tempo libero e ai viaggi.


Il welfare aziendale è obbligatorio?

In Italia non esiste un obbligo generale, anche se alcuni Contratti Collettivi Nazionali (CCNL) prevedono l’erogazione di benefit obbligatori sotto forma di flexible benefit o fondi bilaterali (per esempio i CCNL metalmeccanici, commercio, tessile, Uneba ecc.). Molte aziende scelgono comunque di introdurlo su base volontaria per aumentare la propria competitività.


Come funziona la fiscalità del welfare aziendale?

Il sistema fiscale italiano prevede l’esenzione da contributi e imposte per diverse tipologie di benefit, rendendo il welfare conveniente sia per il dipendente sia per l’azienda. Alcune misure – come i fringe benefit o i premi di risultato convertiti in welfare – hanno soglie e limiti annuali stabiliti dalle leggi di bilancio. Nel 2025, per esempio, il limite per i fringe benefit è di 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e di 1.000 euro per tutti gli altri.


Esistono strumenti che aiutano a gestire un piano di welfare aziendale?

Le piattaforme digitali di welfare permettono ai dipendenti di scegliere in autonomia come spendere il proprio credito welfare, semplificano la gestione per l’azienda e garantiscono la compliance alle normative.





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