L’HR analytics è un fenomeno ormai saldamente radicato nei processi di gestione delle Risorse Umane.
Le nuove tecnologie permettono infatti di archiviare e processare una grande quantità di dati relativi a dipendenti, candidati e tutte le attività svolte.
Ciò che serve davvero a un addetto alle risorse umane è però produrre un report che contenga informazioni sintetiche, pratiche, facili da interpretare e in grado di influenzare le sue decisioni.
Deve quindi saper organizzare e leggere i dati HR, in modo da ricavare un’analisi del lavoro svolto, illustrare i risultati ottenuti, individuare errori e tendenze, proporre iniziative e best practice ecc.
Per strutturare e presentare i dati in modo che siano facilmente comprensibili e al tempo stesso mantengano un buon livello di dettaglio l’ideale è ricorrere ai grafici.
Rispetto ai dati grezzi, i grafici hanno infatti il vantaggio di mostrare chiaramente la presenza di schemi ricorrenti e tendenze e di poter mettere a confronto più gruppi di dati, a fronte di una perdita di dettaglio.
In questo articolo passiamo in rassegna i grafici più comuni e utili, le loro caratteristiche e gli scopi a cui vanno destinati.
Tabelle
Anche se non può essere considerato un vero e proprio grafico, una tabella è un ottimo modo per presentare una grande quantità di dati in maniera organizzata.
Si tratta, tuttavia, di dati ancora “grezzi”, difficili da interpretare a colpo d’occhio e dai quali è arduo estrapolare delle tendenze.
A dispetto delle apparenze, scegliere la giusta struttura da dare a una tabella non è facile: basta compiere un errore perché da utile diventi illeggibile o persino ingannevole.
La tabella resta comunque la via migliore per presentare dati complessi o informazioni che contengano sia testo che numeri, come negli esempi seguenti.
Una tabella che mostra quanti colloqui ha fissato ciascun recruiter, per ciascun livello.
Una tabella che riassume come si sono concluse le ultime valutazioni dei dipendenti in azienda. Tratta da Altamira Performance.
Diagrammi Cartesiani
Il grafico cartesiano mostra la relazione tra due variabili sugli assi cartesiani.
L’asse orizzontale (X) mostra la variabile responsabile del cambiamento (la variabile indipendente), mentre l’asse verticale (Y) la variabile che cerchiamo di spiegare (la variabile dipendente).
Particolare attenzione va posta nella definizione della scala, pena una perdita di leggibilità. Il valore massimo dovrebbe essere di poco superiore al massimo rilevato, il minimo laddove possibile dovrebbe corrispondere a 0.
Uno dei benefici principali di questo diagramma è quello di poter inserire più grafici sugli stessi assi cartesiani per comparare dati e tendenze. Meglio usare linee continue e non superare le 4.
Un esempio di grafico cartesiano che analizza alcuni dati immagazzinati nel database CV di Altamira.
L’andamento dei CV ricevuti attraverso un diagramma cartesiano.
Grafici a torta
Il grafico a torta è molto popolare per la sua facilità di lettura, ma si presta all’analisi di una quantità limitata di dati.
È costituito da un cerchio suddiviso in segmenti, ognuno dei quali rappresenta una categoria di dati. L’area del segmento (e quindi l’angolo al centro del cerchio) è proporzionale al numero di osservazioni (alla “grandezza”) della categoria.
Questo diagramma risulta utile quando il numero di categorie è contenuto (3-10) e si lavora con percentuali.
Ti consigliamo di disporre le “fette” in ordine di grandezza e di assicurarti sempre che la loro somma corrisponda al 100%.
Ecco un esempio di HR analytics legato al recruiting: la fonte dei CV ricevuti in risposta ai nostri annunci.
Questo diagramma a torta restituisce invece a colpo d’occhio la suddivisione dell’organico aziendale per business unit. Un report tratto da Altamira Employees.
Grafici a barre
Proseguiamo la nostra carrellata sui grafici più utili parlando dei grafici a barre.
Simili concettualmente ai grafici a torta, questi diagrammi mostrano il numero di osservazioni di una categoria (ancora una volta, in termini profani, la “grandezza”) con una linea o barra di lunghezza proporzionale a esse.
I grafici a barre sono solitamente disegnati in verticale, ma nulla vieta di rappresentarli in orizzontale. Rispetto ai grafici a torta, non sono legati alle percentuali e possono essere resi più complessi.
Una regola che andrebbe sempre rispettata è quella di far partire la scala da 0 per non generare confusione in chi cerca di interpretarli. L’uso di etichette orizzontali migliora la leggibilità.
I grafici a barre sono molto utilizzati nell’HR analytics per la loro versatilità e la capacità di mettere in comparazione un gran numero di categorie di dati.
Un grafico a barre che ci informa di quanti dipendenti abbiamo per ogni ruolo in azienda.
Rispetto al grafico a torta un grafico a barre può trasmettere più livelli di informazioni. In questo caso il numero di assenze dei dipendenti per mese ma anche la loro tipologia. Un esempio tratto da Altamira Ferie e Permessi.
Istogrammi, radar e altri grafici
In apparenza simili ai grafici a barre, gli istogrammi sono molto più difficili da usare correttamente e permettono analisi statistiche anche molto complesse.
Vengono utilizzati per la rappresentazione della distribuzione di frequenza di dati continui, ragione per cui l’asse orizzontale ha una scala continua, su cui vengono costruite le barre. Al contrario che nei grafici a barre, qui non conta solo l’altezza dei blocchi, ma anche la loro larghezza e, di conseguenza, la loro area.
Vista la loro complessità, laddove possibile va sempre preferito un grafico a barre, più facile da interpretare.
Anche il radar è un grafico piuttosto complesso, ma una volta assimilatone il funzionamento potrai usarlo per mostrare a colpo d’occhio tendenze e dati inequivocabili.
In questo esempio tratto dalla nostra piattaforma di performance management, il radar mostra il valore effettivo e quello richiesto delle competenze dei dipendenti, per contratto.
HR analytics e grafici: conclusioni
Anche chi utilizza ancora i fogli di calcolo nella gestione delle Risorse Umane può ricorrere ai grafici. In questo caso sono però limitati dalla quantità e dalla qualità (errori e imprecisioni nel data entry sono sempre dietro l’angolo) dei dati inseriti nel corso dell’anno.
Chi utilizza i più moderni software HR ha invece a disposizione un motore di reportistica in grado di creare grafici anche complessi con pochi click, sfruttando l’enorme mole di dati archiviata automaticamente.
Alcuni di essi permettono anche la creazione di report personalizzati. Soprattutto in questo caso, una conoscenza di base delle peculiarità di ogni grafico può aiutarti a presentare in maniera corretta e leggibile tutti i dati e le tendenze che ti interessa sottolineare.
Se siete interessati ad approfondire il tema degli HR analytics con alcuni esempi pratici, vi rimandiamo al nostro articolo su 5 metriche molto utili per il recruiting.
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