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Maggio 30, 2024

Come strutturare la valutazione delle competenze nelle PMI

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Il tema delle competenze è forse il trend più ricorrente degli ultimi anni nel settore HR.

Per i lavoratori di tutto il mondo è infatti indispensabile mantenere aggiornate le proprie conoscenze e affinare le proprie capacità perché non diventino obsolete.

Il rapido sviluppo tecnologico sta infatti portando due grandi effetti:

  1. Le soft skill stanno diventando sempre più importanti per i lavoratori via via che i compiti più tecnici vengono delegati alle macchine e all’intelligenza artificiale.
  2. Le competenze tecniche sono estremamente volatili e richiedono una modalità di apprendimento continuo.

Se fino a qualche anno fa erano principalmente le grandi aziende a effettuare la mappatura e valutazione delle competenze del proprio organico, oggi anche le PMI hanno compreso l’importanza di queste attività per poter competere sui propri mercati.

Lo dimostrano anche i risultati del Report Competenze 2024, una ricerca condotta da Altamira sui processi di valutazione del personale che ha visto tra le aziende dotate di questi sistemi una forte presenza di realtà tra i 50 e i 200 dipendenti (50% del campione).

Per le PMI, avere in organico le giuste competenze è probabilmente ancora più importante che per le grandi imprese. Da un lato, infatti, il contributo di ciascun dipendente al successo dell’azienda è maggiore, dall’altro le mansioni svolte in una PMI tendono a essere variegate e a cambiare con più frequenza, richiedendo quindi soft skill piuttosto sviluppate.

Saper assumere in maniera mirata, premiare e promuovere i dipendenti che hanno accresciuto le proprie skill e identificare i gap di competenza da colmare è fondamentale per permettere alle PMI di restare competitive nei processi di attraction, retention e sviluppo del personale.



Valutazione delle competenze nelle PMI: i vantaggi

L’adozione di un sistema di valutazione delle competenze digitalizzato, funzionale e altamente interattivo può quindi portare numerosi benefici alle piccole e medie aziende.

Elenchiamone alcuni dei più importanti.

  • Una precisa mappatura delle competenze consente di appurare che il capitale umano aziendale possieda le skill effettivamente necessarie per svolgere il proprio lavoro.
  • Mettendo a confronto le competenze dei dipendenti con quelle richieste per ricoprire il loro ruolo è possibile identificare eventuali gap da colmare tramite corsi di formazione, programmi di mentoring e coaching, promozioni, operazioni di mobilità interna o nuove assunzioni.
  • La valutazione delle competenze e i piani per lo sviluppo danno informazioni utili per guidare l’organizzazione del piano di formazione. In questo modo i corsi serviranno a eliminare punti di debolezza identificati nell’organico e a sviluppare le competenze più richieste, assicurandosi che il denaro investito abbia dei ritorni sull’attività aziendale.
  • Il processo di valutazione delle competenze ha anche il pregio di aiutare i manager e le risorse umane a captare esigenze di rinnovamento e spunti per il miglioramento di ogni aspetto dell’attività aziendale.
  • Un processo di valutazione interattivo concorre anche a migliorare l’engagement dei dipendenti. I dipendenti si sentono più coinvolti e motivati e sanno su quali skill devono lavorare per migliorare il loro contributo al business e fare carriera in azienda. Possono inoltre contare su un feedback ricorrente da parte del manager sulla bontà del lavoro svolto e sul percorso di crescita intrapreso. Un alto engagement aumenta non solo la capacità di retention di un’azienda, ma anche le performance.
  • Grazie ai risultati del processo di valutazione delle competenze, le PMI possono guidare in maniera meritocratica le decisioni su premi, aumenti, benefit ecc.
  • I dati raccolti negli anni permettono di effettuare analisi approfondite sulla forza lavoro aziendale, i suoi punti di forza e quelli di debolezza, potendo così organizzare meglio assunzioni, successioni e turnover aziendale.


Valutazione delle competenze nelle PMI: gli ostacoli

Nonostante i tanti vantaggi, alcuni dei quali riconosciuti anche dalle aziende più tradizionaliste, la valutazione delle competenze nelle PMI non è ancora diffusa quanto dovrebbe.

A ostacolarne la diffusione sono principalmente due fattori.


1. Mancanza di conoscenze e risorse

Ideare la struttura del processo di valutazione e identificare le skill importanti per la propria azienda richiede competenze specialistiche non sempre presenti nel team HR di una piccola azienda.

E anche se le competenze ci sono, a mancare può essere il tempo, viste le molteplici attività da svolgere quotidianamente.

Diventa quindi spesso indispensabile rivolgersi a una consulenza esterna, che però può richiedere un budget eccessivo.

In questi casi, una soluzione per molte PMI può essere quella di appoggiarsi a uno dei modelli di valutazione già presenti nei software di performance management. Ciò non cancella la necessità di ricamare il processo sulla propria realtà per renderlo più efficiente, ma fornisce alle aziende un solido punto di partenza.

Partendo da un modello standard e apportando alcune modifiche, creare la matrice delle competenze dei dipendenti e le regole del processo di valutazione diventa più semplice.


2. Mancata digitalizzazione

Per anni, i software per le valutazioni sono stati esclusivamente pensati per le grandi aziende e le multinazionali, con gradi di complessità e costi proibitivi per le PMI.

Le piccole e medie imprese hanno dovuto quindi gestire i processi di valutazione in maniera tradizionale, ricorrendo a documenti Word, fogli Excel e un fitto scambio di email.

Tutto questo ha limitato la trasparenza e l’interattività del processo e fatto percepire l’iniziativa ai dipendenti come imposta dall’alto e finalizzata al controllo e alla sanzione.

Da qui, un alto tasso di abbandono e la perdita di interesse per questa attività.

Già da qualche anno, però, esistono software per la valutazione del personale alla portata di ogni azienda, con modelli flessibili che si adattano a ogni contesto e prezzi alla portata di tutte.

Adottando questi sistemi, le PMI ottengono grandi vantaggi in termini di velocità ed efficienza del processo e rendono la valutazione delle competenze più interattiva e coinvolgente per tutto il personale.



Come impostare la valutazione delle competenze: modelli di partenza

Da fornitori di software per il performance management, sappiamo bene come il processo di valutazione dei dipendenti di ogni azienda differisca dagli altri.

È una conseguenza naturale del fatto che ogni azienda, soprattutto quando si parla delle persone che la compongono, ha una propria identità e cultura, dei valori a cui crede e delle competenze a cui dà maggiore importanza.

Esistono però degli schemi ormai affermati e consolidati, così come una serie di competenze che difficilmente possono essere escluse dalla matrice aziendale.

Il Report Competenze 2024 di Altamira, scaricabile da questa pagina, ha fatto emergere alcune caratteristiche cardine dei processi di valutazione delle aziende italiane che possono aiutare una PMI a creare il proprio processo.

Caratteristiche emerse dell’analisi di processi di valutazione effettivamente usati e che hanno coinvolto migliaia di dipendenti, e quindi particolarmente affidabili e concrete.

Vediamone alcune:

  • La maggior parte dei processi di valutazione aziendali ha una cadenza annuale.
  • La matrice delle competenze prevede tipicamente l’associazione delle competenze al ruolo da ricoprire (più dell’80% delle aziende).
  • Le competenze soft sono di gran lunga più valutate delle competenze hard, che comunque compaiono nei processi di valutazione di 2/3 delle aziende. Più della metà delle imprese opta per una valutazione che coinvolge sia competenze soft che hard, così da avere una conoscenza completa della propria forza lavoro.
  • L’autovalutazione dei dipendenti è presente in circa il 60% dei processi di performance management.
  • La maggior parte delle aziende procede a una valutazione diretta delle competenze dei dipendenti, senza transitare dall’osservazione dei comportamenti. Questo concorre a semplificare la gestione del processo ma richiede maggiore attenzione nei giudizi da parte dei valutatori.
  • Competenze come il teamwork, il problem solving, l’organizzazione e l’orientamento al risultato compaiono in più del 50% dei processi di valutazione delle aziende italiane.

  • Puoi consultare altre statistiche utili sui sistemi di valutazione delle competenze e la classifica completa delle soft skill più utilizzate in Italia nel nostro Report Competenze 2024.



    Riflessioni finali

    Ancora oggi sono numerose le piccole e medie imprese che cercano di sopperire alla mancanza di un sistema strutturato di valutazione delle competenze e delle prestazioni grazie alle spiccate capacità di stima dell’imprenditore e del piccolo gruppo di manager che le dirigono.

    Eppure, l’introduzione di un processo più avanzato e capillare che permetta di analizzare competenze e risorse del proprio capitale umano è uno di quei passaggi chiave che può portare a una notevole crescita e maturazione dell’azienda, al salto di qualità decisivo.

    Solo chi conosce a fondo la propria forza lavoro è infatti in grado di valorizzarla al massimo per affrontare le sfide che inevitabilmente gli si pareranno davanti, anno dopo anno.




    Crediti fotografici: ©Nuthawut/Adobe Stock.