Per chi vuole aumentare la visibilità dei propri annunci e attirare più candidati online esistono delle scelte quasi obbligate.
La prima è quella di dotarsi di un ATS come Altamira Recruiting, in modo da pubblicare all’istante le offerte di lavoro su una fitta rete di metamotori di ricerca del lavoro, job board e social network.
La seconda è quella di usufruire dei servizi a pagamento di realtà quali Indeed e LinkedIn, sempre più interessanti e sofisticati.
Ma ci sono anche altri strumenti mutuati dal marketing che possono dare risultati notevoli.
In questo articolo te ne presentiamo tre: i Search Ads, il Programmatic Recruting e il Remarketing.
Search Ads / Annunci di Ricerca
Le ricerche di lavoro di molti utenti iniziano digitando una frase su Google.
È solo dopo che, cliccando su uno dei primi risultati della pagina, si trasferiscono all’interno di una job board o di LinkedIn.
Per questo sponsorizzare gli annunci all’interno di una job board non è l’unica strategia possibile. Puoi anche intercettare i candidati direttamente su Google.
Per un sito web come il tuo Career Site è molto difficile competere con le job board sui risultati di ricerca organici – o normali. Esistono però delle posizioni privilegiate riservate agli annunci a pagamento.
Gli annunci di ricerca su Google o Search Ads, quindi, consentono di far apparire un reminder del proprio annuncio di lavoro in cima ai risultati della pagina.
Potrai quindi ridirezionare l’utente alla posizione aperta o a una landing page dedicata all’attività di ricerca e selezione della tua azienda.
All’apparenza il funzionamento degli annunci di ricerca su Google Ads è abbastanza semplice. Dopo aver creato gratuitamente un account si indentificano le parole chiave che interessano, si scrive un annuncio e si stabilisce la cifra da investire. Ogniqualvolta un utente effettua una ricerca con le parole chiave da te indicate Google effettua un’asta istantanea per capire quali annunci mostrare e in che ordine.
Potresti quindi scegliere queste parole chiave: “lavoro javascript developer milano” e scrivere un annuncio che segua le regole Google, che avrà un aspetto del genere:
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La semplicità è però solo apparente. Senza conoscenze avanzate – per esempio l’uso di keyword negative, la cura del punteggio di qualità e l’utilizzo delle estensioni – lo strumento diventa rapidamente costoso o inefficace. Occorrono competenze specifiche che un’azienda può trovare nel proprio dipartimento marketing o, in alternativa, appoggiandosi a un’agenzia specializzata in annunci di ricerca per il recruiting.
Questa strategia in Italia non è molto utilizzata, cosa che rende i prezzi delle parole chiave molto interessanti. Infatti anche le job board stesse la utilizzano per aumentare ulteriormente la loro presenza nei risultati dei motori di ricerca.
Finora abbiamo parlato di Google Ads ma esiste anche una versione molto simile per il motore di ricerca Bing, che però in Italia ha una quota di traffico molto inferiore. Entrambi gli strumenti comprendono tool per ricercare le migliori parole chiave e identificare le varianti più convenienti su cui fare offerte.
Programmatic Recruiting
Nella fase di ricerca candidati per aumentare la visibilità degli annunci occorre identificare i canali su cui investire il proprio budget media e trattare tempi e modi di ciascuna sponsorizzazione. Un’attività che richiede molto tempo e non sempre dà i risultati sperati.
Da qualche anno a questa parte le aziende con un budget media corposo possono scegliere un’altra strategia: il programmatic recruiting.
Il programmatic è una tecnologia che sfrutta l’intelligenza artificiale per permetterti di mostrare un annuncio in target al tuo candidato ideale mentre naviga in rete.
È composta da 4 elementi chiave:
- Big data: la grande mole di dati “in pancia” all’algoritmo gli permette di determinare come, quando e dove postare un annuncio di lavoro per ottenere i risultati migliori.
- Targetizzazione degli annunci di lavoro: l’annuncio viene mostrato al candidato giusto nel posto e nel momento migliore. Ancora una volta, l’algoritmo si basa su uno storico di dati che prende in considerazione tantissimi attributi, come le skill e l’esperienza richieste, la location ecc.
- Allocazione dinamica del budget: il budget allocato viene speso in modo da garantirti il miglior ritorno sull’investimento.
- Dashboard e KPI: i dati a disposizione sull’andamento della campagna consentono di monitorare la resa e apportare i giusti correttivi per migliorarla.
L’algoritmo è quindi in grado di gestire una mole enorme di dati in tempo reale, realizzando “aste” istantanee tra gli annunci in linea con il profilo di ciascun utente del web.
Grazie al programmatic recruiting puoi centralizzare la spesa media su un unico account che mostra i tuoi annunci di lavoro su piattaforme di primo piano come Google, Facebook, LinkedIn, job board, metamotori di ricerca del lavoro, siti generalisti ecc.
Il programmatic recruiting non richiede un investimento supplementare ma utilizza il normale budget a tua disposizione cercando di spenderlo in maniera più efficiente.
Mostrando i tuoi annunci anche su social network e siti generalisti ti consente di intercettare anche l’attenzione di candidati passivi.
Per questo alcune aziende utilizzano il programmatic recruiting anche a scopo di brand awareness ed employer branding, magari realizzando annunci in formato video e audio.
Su questa tecnologia stanno investendo molte job board e non solo, come testimoniato da questo articolo.
Dato che è difficile avere queste competenze in azienda, il più delle volte conviene affidarsi a partner esterni, prevedendo un progetto pilota con cui testarne l’efficienza. Come ogni strumento, non è adatto a ogni tipo di ricerca.
Remarketing / Retargeting
Il remarketing o retargeting è una tecnica con la quale si ripropongono i propri servizi o prodotti a una persona che è già venuta in contatto con la nostra realtà.
Un esempio classico nel marketing è mostrare la pubblicità di un prodotto su Facebook a un utente che lo aveva aggiunto al carrello ma non aveva portato a termine l’acquisto.
Nel recruiting viene usato soprattutto per mostrare un reminder di un’offerta di lavoro a tutti coloro i quali avevano iniziato il percorso di candidatura ma non l’avevano portato a termine.
In questo modo si riesce spesso a recuperare candidati di valore che non avevano completato il form di candidatura per vari motivi: erano stati distratti da altro, il sito era andato in crash, le domande a cui rispondere erano troppe per il tempo a disposizione in quel momento ecc.
Esistono numerose piattaforme su cui poter organizzare campagne di remarketing, tra cui Facebook, LinkedIn e Google.
I costi di conversione del retargeting sono in genere molto competitivi, dato che ci si rivolge a persone che conoscono già il nostro brand.
Una campagna di remarketing può essere utilizzata anche per attrarre candidati passivi. Potresti infatti decidere di attirare sul Career Site aziendale tutti gli utenti che hanno visitato il sito corporate aziendale, in modo da rivolgerti a persone che conoscono e apprezzano il tuo brand e potrebbero essere interessate a una delle posizioni aperte o a iscriversi alla tua newsletter.
In questo caso il tasso di conversione sarà ovviamente più basso.
Conclusioni
Programmatic Recruiting, Search Ads e Remarketing sono strumenti avanzati che possono aiutarti a trovare candidati per posizioni su cui normalmente faresti fatica.
Ci sono alcuni elementi in comune tra i tre:
- Richiedono un budget significativo da spendere in media, in particolare il Programmatic Recruiting.
- Richiedono competenze interne legate al marketing o il ricorso a un’agenzia esterna.
- Fanno un largo uso di statistiche e KPI per rendere al meglio.
- Si combinano perfettamente con l’utilizzo di un ATS, che consente di proseguire l’opera di analisi dei KPI e di procedere con la selezione dei candidati.
Se la resa del budget media per gli annunci di lavoro non ti soddisfa o sei alla ricerca di nuove strategie per attrarre talenti hai tre nuovi strumenti da poter sperimentare.
Credito fotografico: ©sutadimages/Adobe Stock